Peperoncino, curry, zenzero, curcuma: le spezie non solo insaporiscono i nostri piatti ma ci tengono alla larga dalle malattie gravi.
Le spezie ci piacciono sempre di più e trovano sempre più posto in quasi tutti i nostri piatti, anche quelle piccanti che fino ad alcuni anni fa non erano viste di buon occhio dai medici oggi con nuovi studi sono addirittura consigliate per contrastare o addirittura fermare determinate patologie anche gravi per la nostra salute come l’ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e addirittura alcuni tipi di tumori. Gli esperti consigliano di consumare anche quotidianamente certe spezie piccanti per i nostri piatti. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista British Medical Journal che ha monitorato per sette anni le abitudini alimentari e lo stile di vita di 487.375 persone di età compresa tra i 30 e i 79 anni, i ricercatori hanno osservato i benefici effetti sulla loro salute su coloro che mangiavano piccante abitualmente rispetto a chi non lo faceva.
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Il curry ad esempio è antitumorale, antinfiammatorio, antibatterico e riesce anche a combattere il meteorismo quindi un vero e proprio toccasana per l’intestino. Il curry contiene anche lo zenzero che blocca la formazione di molecole coinvolte nei processi infiammatori, combatte il gonfiore addominale ed è antitumorale come la curcuma.
Le virtù del peperoncino.
E’ una spezia molto usata nella cucina mediterranea, il peperoncino è considerata una delle specie che allunga la vita soprattutto se consumato da coloro che non abusano di alcool, il merito va alla capsaicina, un alcaloide presente in grandi quantità nella pianta e dà il fatidico sentore di piccante: considerata un potente vasodilatatore, utile quindi in casi di ipertensione arteriosa oltre che antibatterico. In generale però c’è anche chi avverte di non abusare troppo delle spezie piccanti ad esempio per chi soffre di ulcere e gastriti e possono creare fastidi e problemi alle mucose della faringe, dell’esofago e dello stomaco.
Le tre spezie più costose.
Lo zafferano costa minimo 12mila euro al chilo, questo perchè coltivarlo è difficilissimo ed è molto faticoso. Poi c’è il Cardamomo che arriva a costare anche 200 euro al chilo perchè ha un lavorazione molto complessa e delicata e ne esistono di diverse varietà. Infine la vaniglia che arriva a costare anche sui 259 euro al chilo. Si estrae dai baccelli di una pianta originaria del Messico.