Quando, il 5 maggio 2017, Jodi Kantor e Megan Twohey pubblicano sul New York Times il risultato della loro inchiesta, Harvey Weinstein è il produttore più potente di Hollywood, nonostante le voci sulle sue presunte molestie ai danni di attrici e collaboratrici circolino da anni.
Prima di entrare nel dettaglio della notizia, vi ricordiamo che potete ricevere in anteprima e con puntualità tutte le nostre News iscrivendovi al Canale Telegram, il nostro canale tematico.
Questa volta è diverso: grazie a un’intuizione giornalistica le due reporter riescono a rompere la rete di omertà e connivenze che Weinstein ha costruito negli anni con minacce, accordi di riservatezza e risarcimenti. Riescono a ottenere le testimonianze dirette di alcune delle vittime, convincendole a uscire allo scoperto. Ma Weinstein non è tipo da cadere senza combattere e ostacola le indagini in ogni modo: intimidazioni, minacce, pressioni col supporto di avvocati di alto profilo e investigatori privati assoldati per gettare discredito sulle due giornaliste.
Fino a una drammatica resa dei conti il giorno precedente la pubblicazione del primo articolo del reportage che frutterà il premio Pulitzer alle sue autrici. L’articolo di Kantor e Twohey scoperchia un vaso di Pandora di molestie e abusi sessuali, segnando l’inizio di un cambiamento epocale.
Con l’hashtag #MeToo escono allo scoperto altre sopravvissute, mentre donne di tutto il mondo trovano finalmente il coraggio di denunciare gli abusi subiti. Per la prima volta, gli uomini sono chiamati a rispondere delle proprie azioni, in una presa di coscienza collettiva senza precedenti.
Nella tradizione del grande giornalismo investigativo, Anche io è una storia sul potere della verità. Un libro per scoprire tutto quello che non è ancora stato raccontato su un momento centrale del nostro tempo e per restituire finalmente ascolto e dignità alle donne che hanno trovato la forza di parlare, per se stesse, per le altre vittime e per le generazioni future.
Jodi Kantor e Megan Twohey sono due giornaliste investigative del New York Times e collaborano abitualmente con le principali testate e agenzie di stampa americane. Nei loro reportage hanno dato voce a donne, bambini, lavoratori. Per la loro inchiesta su Harvey Weinstein e gli abusi sessuali a Hollywood hanno ricevuto il Premio Pulitzer per il miglior giornalismo di pubblico servizio e nel 2018 sono entrate nella classifica delle «100 persone più influenti al mondo» del Time.