A dispetto del suo nome di battesimo, nel cuore di Amanda c’è poco spazio per i buoni sentimenti. Sarà forse colpa dell’ex marito, che l’ha lasciata, o sarà perché anche con l’attuale compagno le cose non funzionano granché, e a cinquant’anni è difficile rimettersi in gioco? O magari è per la sua carriera di scrittrice, che non è decollata come sperava?
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Fatto sta che Amanda ha un conto aperto con l’universo e, mentre aspetta l’occasione giusta per riscattarsi, insegna in un corso serale di scrittura. Sotto la sua guida, un gruppetto di aspiranti bestselleristi si esercita nell’arte del delitto perfetto – quello inventato, s’intende.
Tra loro ci sono Rutger, l’aitante tennista, Vanessa, la milf pettinatissima, Giovanni, il romantico ottantenne, e Ludovica, l’agente letteraria invadente. Capitolo dopo capitolo, maestra e allievi si addentreranno nei meccanismi intricati del loro romanzo, ma anche in quelli più insidiosi delle passioni che li legano l’uno all’altro.
L’irriverente ironia di Rosa Mogliasso torna a colpire in un giallo che ne ha un altro al suo interno. E mentre ci mostra le regole per costruire il più infallibile dei congegni narrativi, si diverte a sabotarlo puntualmente. Fino all’immancabile colpo di scena conclusivo.
ROSA MOGLIASSO ha esordito nel 2010 con il giallo ironico L’assassino qualcosa lascia (Premio Selezione Bancarella). Sono poi seguiti L’amore si nutre di amore (finalista Premio Scerbanenco), La felicità è un muscolo volontario, Chi bacia e chi viene baciato e 1791. Mozart e il violino di Lucifero, tutti editi da Salani. Nel 2015 è uscito per NN Editore Bella era bella, morta era morta, finalista Prix meilleur Polar Points selection 2018 e Prix Paul Valéry 2021.