Aprile 1933, Berlino. Hannah ha solo cinque anni quando a casa succede qualcosa di insolito: d’un tratto, vede i suoi genitori che impacchettano mobili, levano i quadri dalle pareti, preparano valigie. Un gioco difficile da capire, anche per una bambina sveglia come lei. Hitler è appena arrivato al potere, le leggi razziali sono a un passo; i Goslar, come tante famiglie ebree tedesche hanno deciso di fuggire all’estero.
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Ad Amsterdam trovano casa in un quartiere residenziale verde e pulito, ma restano dei fuggiaschi in una città straniera. E quando un giorno dal droghiere sentono un accento familiare, una madre e una figlia che parlano in tedesco, per un attimo sono di nuovo a casa. Sorridono. Hannah fa subito amicizia con quella sua coetanea dagli occhi scuri e vivaci. Si chiama Anne Frank, e anche lei è arrivata in Olanda dalla Germania nel tentativo di sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei.
Ben presto le due diventano inseparabili, compagne di giochi e di scuola: crescono insieme, condividono sogni, speranze, paure. Sono sette anni prima spensierati, poi sempre più adombrati dai presagi di guerra. Finché l’occupazione nazista non arriva a dividerle. I Frank spariscono da un giorno all’altro: qualcuno dice che sono fuggiti in Svizzera, e Hannah si aggrappa al pensiero che la sua amica Anne sia lontano, al sicuro. Fino al momento in cui è la sorte della sua stessa famiglia a essere in pericolo. Hannah, suo padre, sua sorella Gabi e i nonni vengono deportati nel campo di Bergen-Belsen. È lì che le due amiche si ritroveranno, in un ultimo, straziante incontro. Hannah sopravvivrà per raccontarlo. Anne vivrà attraverso il suo diario. La mia amica Anne Frank è una testimonianza eccezionale, un esempio necessario di amore e resilienza, e insieme un ritratto inedito della ragazza che è diventata il simbolo universale della memoria capace di sconfiggere il male.
Hannah Pick-Goslar è nata a Berlino nel 1928 in una famiglia ebraica. Nel 1933, dopo l’ascesa del Partito nazista e la presa del potere da parte di Hitler, i Goslar emigrarono ad Amsterdam. Lì, alla Sesta Scuola Montessori, Hannah incontrò Anne Frank, e presto divennero migliori amiche (in alcuni passaggi del diario di Anne Frank Hannah viene chiamata “Lies Goosens”). Nel giugno del 1943, Hannah, suo padre, i nonni materni e la sorella minore Gabi furono arrestati e inviati al campo di transito di Westerbork e poi a Bergen-Belsen. Hannah sopravvisse 14 mesi no alla liberazione del campo nel 1945. Emigrò in Palestina nel 1947, poco prima della fondazione di Israele, e studiò come infermiera. È morta nel 2022, all’età di 93 anni, poco dopo aver terminato la stesura di questo libro, circondata dall’a etto di 3 gli, 10 nipoti e 31 pronipoti.