Milena Santerini – La mente ostile – Forme dell’odio contemporaneo L’odio sembra una realtà dominante nella storia dell’umanità e nel mondo globale, diviso e polarizzato.
Noi si contrappone a loro, percepiti non come singoli individui, ma come un gruppo nemico verso cui si nutre pregiudizio e intolleranza: stranieri, ebrei, rom, musulmani, donne, omosessuali, persone fragili…
Ma la nostra mente è per natura ostile? Il cervello è irrimediabilmente programmato per l’odio? Anche se meccanismi inconsci spingono gli esseri umani a percepire con paura le diversità, le neuroscienze descrivono menti empatiche, che si rispecchiano e si identificano con l’altro in modo innato.
In realtà, sono le politiche dell’odio che costruiscono il nemico e ci manipolano. Le folle emotive rincorrono fake news e complottismi, le posizioni si polarizzano, la violenza può diventare estrema.
Mutano continuamente le forme di odio collettivo: il razzismo da biologico diventa culturale, l’antisemitismo subisce pericolose metamorfosi, cambia l’aggressività contro le donne.
Ma, in un mondo in cui sembra ancora prevalere il pregiudizio emotivo, odio, aggressività e reazioni ostili non sono inevitabili: è possibile contrastare il disimpegno morale e riscoprire il senso di un destino comune.
Christof Koch – Sentirsi vivi – La natura soggettiva della coscienza Che cos’è la coscienza? Christof Koch ci spiega qui che la risposta va ricercata nella natura soggettiva che caratterizza la nostra esperienza, dalla più elementare alle più complesse, ovvero in quel sentirsi vivi che accompagna ogni nostra percezione, immaginazione, ricordo o pensiero. Ma tale risposta non è, per Koch, che un punto di partenza di un’indagine volta a penetrare all’interno dei meccanismi cerebrali per comprendere come, a partire da questi, prenda forma quel tipo di sentire soggettivo che chiamiamo coscienza.
La cosiddetta teoria dell’informazione integrata costituisce il suo principale punto di appoggio.
Tale teoria non solo ci permette di chiarire numerosi aspetti fondamentali delle basi neurologiche della coscienza, ma ci offre anche uno straordinario strumento clinico per misurare il possibile essere cosciente o meno in pazienti che non danno segno di comportamenti consapevoli.
Tuttavia, smentendo un’opinione diffusa, Koch mostra che la coscienza non potrà mai essere una conquista delle macchine.
Nemmeno il software più sofisticato può dirsi cosciente. Al più può simulare una pseudocoscienza, dal momento che la nostra esperienza soggettiva non può essere ridotta ad alcuna forma di computazione, riguardando la nostra vita stessa.
Francesco Remotti – Sull’identità Il concetto di identità presenta un carattere intrinsecamente problematico. Che cosa si intende davvero quando si parla di identità? Nel libro si tenta di dare risposta a tale domanda, a partire da vari punti di vista e con proposte di soluzione ai problemi che si annidano nell’uso sociale di questo concetto “equivoco”. –
Ne deriva una visione sfaccettata della questione dell’identità, che resta sempre attuale e cruciale per gli studi antropologici, sociologici, filosofici.
Gli autori sono membri di un gruppo di ricerca internazionale di cui faceva parte anche Ugo Fabietti, il quale ha dato un importante contributo alla riflessione sull’identità.
Questo libro costituisce un confronto con il suo pensiero, ed è anche un modo per rimediare a una mancanza: il fatto che nessuno dei numerosi seminari organizzati annualmente dal gruppo sia mai stato dedicato specificamente al tema dell’identità, facendone oggetto di uno studio comune.
Il gruppo si è allora riunito ancora una volta per riprendere il discorso e intervenire collettivamente sul tema.
Il libro che ne deriva offre una pluralità di prospettive e conclusioni, un panorama ampio e variegato di idee in dialogo tra loro.
Augusto Romano – Musica e psiche Claude Lévi-Strauss ha scritto che “fra tutti i linguaggi, solo la musica riunisce i caratteri contraddittori di essere a un tempo intelligibile e intraducibile”. Da sempre l’esperienza musicale ha generato miti e utopie; è stata contestazione dello status quo, nostalgia delle origini e della Armonia Mundi, simbolo di ciò che mai potrà essere detto in parole.
Questo libro si propone di seguire qualche percorso che la musica ha tracciato nell’immaginazione umana.
Nella prima parte vengono prese in esame le teorie psicoanalitiche della musica e i loro antecedenti nel pensiero del Romanticismo.
Nella seconda sono evocati, attraverso l’analisi di alcuni testi letterari e musicali (Hoffmann, Bernhard, Rilke, Offenbach), i rapporti tra musica, inconscio, fantasie cosmogoniche, mitologie del femminile e pratica analitica.
Lawrence Josephs – Infedeltà Scienza delle relazioni e psicoterapia In questo libro rivoluzionario, Lawrence Josephs propone una nuova lettura delle motivazioni psicologiche che sono alla base del “tradimento”.
Attingendo alle ricerche della psicologia sociale, della psicologia della personalità e dello sviluppo, che prende in esame i ruoli cruciali della teoria dell’attaccamento e i tratti della personalità “oscura” come il narcisismo e la scarsa empatia, Josephs offre un modello complesso ma intuitivo, che spiega come e quando funzionano e non funzionano le relazioni sentimentali.
Il suo approccio integrativo al trattamento si basa su principi psicodinamici, ma utilizza interventi condivisi da differenti orientamenti, tra i quali le terapie basate sulla mentalizzazione, la terapia focalizzata sulle emozioni, la formazione delle competenze di comunicazione tra i partner e le tecniche di consapevolezza e accettazione.
Questo libro è una lettura stimolante per psicoterapeuti individuali, familiari e di coppia alla ricerca di nuove intuizioni sulle strategie per affrontare l’infedeltà nella loro pratica professionale.
Louis Cozolino – Neuroscienze per i clinici Lacerato dal dolore, un uomo, la cui professione è curare le ferite psichiche, arriva sull’orlo del precipizio. Si sforza di rimettere insieme i pezzi, non cade.
Il racconto di come riesce a tenersi in piedi si intreccia con quello della rivoluzione nella cura che lo salva come paziente e lo orienta come terapeuta.
Nella psicoterapia, il primato della parola ha ceduto il campo: adesso è possibile lavorare anche su corpo, immaginazione e teatralizzazione, e le storie dei pazienti, casi clinici raccontati nello stile di una fiction, rendono conto della “svolta esperienziale” in atto.
Nel libro i differenti fili della narrazione si intrecciano e si richiamano l’un l’altro, preparando una serie di colpi di scena finali.
L’autore, come uomo e come psicoterapeuta, scioglie e riannoda le trame della scoperta scientifica e del dramma e ricorda che, per curare l’animo, bisogna tornare all’attimo prima della “caduta”. Cogliere le persone in quell’istante è la chiave di volta della psicoterapia. |