Su Sky Arte arriva Dance – Perché balliamo, una nuova serie di documentari in onda dal 29 aprile (disponibile dalla stessa data integralmente su Sky On Demand) curata e presentata dall’artista, coreografo e ballerino di fama mondiale Akram Khan. Un’esplorazione approfondita e ravvicinata delle motivazioni e degli stimoli che da sempre fanno ballare la specie umana a ogni latitudine.
La serie in 5 episodi sarà disponibile su Sky Arte (canali 120 e 400) in contemporanea in 5 Paesi (Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria), a partire dal 29 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Danza. Akram Khan guiderà i telespettatori in un viaggio che ripercorre gli stili di danza più dinamici, seducenti e influenti del nostro tempo, e traccerà i profili di quegli artisti capaci di rinnovare la forma d’arte della danza. Attraversando continenti e decenni, calcando pavimenti scadenti e prestigiose piste da ballo, negli spazi pubblici e sui grandi palcoscenici del mondo, l’artista inglese cercherà risposte alla domanda: Perché balliamo?
In ogni episodio ci saranno performance inedite, realizzate per l’occasione, e i contributi originali di alcuni tra i migliori coreografi di tutto il mondo. Dall’inglese Wayne McGregor all’americano Bill T. Jones; da Lin Hwai Min di Taiwan a Christian Spuck del Balletto di Zurigo; dal coreografo keniano Fernando Anuang’a all’indiana Aditi Mangaldas; dalla madre della danza africana contemporanea, l’artista franco-senegalese Germaine Acogny, alla performer di fama mondiale Eva Yerbabuena, fino ad arrivare alla Candoco Dance Company, una delle più rivoluzionarie compagnie di danza al mondo che attraverso la collaborazione tra coreografi di fama internazionale e ballerini con disabilità ridefinisce i confini della danza.
Gli stili esplorati spaziano dal mondo mistico e oscuro della danza Butoh giapponese al sensuale abbraccio del tango argentino; dal potere femminile del Bharatanatyam indiano al ‘jookin’, street dance originaria di Memphis (Stati Uniti) portata al successo internazionale dalla star Lil Buck.
Ognuno dei cinque episodi racconta e approfondisce la danza rispetto a un elemento chiave che la definisce nella società, rispondendo alla domanda iniziale: Perché balliamo? Tra le risposte, STORIE: dalle storie d’amore senza tempo ai miti di fondazione, la danza come racconto.
PROVOCAZIONE: per ridiscutere le convenzioni, spostare i limiti o riportare l’attenzione su questioni socio-politiche.
ANIMA E CORPO: quando la danza ci permette di trovare la pace e l’estasi elevando il nostro spirito.
O ancora, IDENTITÀ: balliamo per sentirci parte di un disegno più grande, trovare rifugio e unione nella comunità.
E infine EROS: per sedurre, creare intimità, sfidare le regole, stuzzicare e scioccare.
La serie offre inoltre performance acclamate e innovative, pensate per luoghi specifici e filmate con tecniche capaci di trasmetterle a 360 gradi in una prospettiva intima, per regalare al pubblico una visione del tutto inedita ed esclusiva.
Coreografi originari da ogni latitudine, dall’Asia, agli Stati Uniti, dall’Africa all’Europa, indagheranno una selezione multidisciplinare di stili di danza che di rado vengono condensati in una sola serie, da quelli più conosciuti a quelli esclusivamente di nicchia.
“Questa serie è un’impresa epica – ha detto Akram Khan – abbiamo scovato artisti da tutto il mondo e messo insieme, non solo le loro incredibili coreografie, ma anche i loro diversi punti di vista sul perché balliamo. È meraviglioso vedere la danza esplorata in questo modo in televisione e poter lavorare con Sky per creare un programma che sarà visto dal pubblico di tutta Europa. Da quando esiste il concetto di Dio, gli esseri umani l’hanno smantellato e da quando esiste la tecnologia, quest’ultima ha smantellato il concetto di essere umano. Tuttavia, credo fermamente che la danza abbia la capacità di ricostruire e porsi la domanda: “Cosa significa essere umani?” E questo perché la danza è il modo più vero e sincero che abbiamo per esprimere noi stessi e dunque spero che questa serie possa arrivare alle persone in modo forte e diretto come fa con me”.
Dance – Perché balliamo è produzione di Sky Arts Production Hub, realizzata Magnolia – Banijay Group. Sky Arts Production Hub è il centro di produzione d’eccellenza dedicato alla creazione di contenuti di qualità dedicati all’arte e pensati per i 23 milioni di clienti Sky nel Regno Unito, Irlanda, Italia, Germania ed Austria, realizzata da
SINOSSI DELLE PUNTATE
STORIE – in onda il 29 aprile ore 21.15
Le storie ci rendono umani, perché raccontare le nostre vite significa lottare per capire chi siamo e da dove veniamo. La danza ha una qualità unica e originale: è enigmatica; ci permette di comunicare a più livelli facendo a meno delle parole.
Per l’acclamato coreografo anglo-bengalese Akram Khan, il corpo è già di per sé uno storyteller. In questo episodio, viaggiando tra India e Danimarca, il presentatore di “Dance – Perché Balliamo”? si chiederà cosa spinge ogni cultura in ogni epoca a raccontare il proprio vissuto attraverso la danza.In occidente la danza ha raccontato storie soprattutto attraverso il balletto classico. Christian Spuck, coreografo tedesco e direttore artistico del Balletto di Zurigo, ci invita nel suo studio per assistere alle prove della sua nuova versione de Lo Schiaccianoci, la più classica delle favole. Nel 2016 Spuck invitò Alexei Ratmansky – l’assoluto interprete del balletto classico russo – a riportare in vita l’originale versione de Il Lago dei Cigni, composta nel 1895. In un’intervista esclusiva, Alexei Ratmansky ci parlerà della sua personale ricerca delle origini e di come, grazie all’intuizione di Spuck, il balletto classico russo è tornato in vita.
Le favole della tradizione classica si fondano tutte sull’espressività del corpo – raccontano atti di crudeltà e gentilezza, di fughe e di incarcerazioni. Questo lato oscuro è ciò che ha affascinato il coreografo franco-albanese Angelin Preljocaj, che ha composto la sua personale versione dark e freudiana di Biancaneve.
I colori di Delhi fanno da sfondo al nuovo lavoro di Aditi Mangaldas, coreografa Indiana del tradizionale Kathak, interessata al lato oscuro della mitologia Indiana. Il coreografo inglese Wayne MaGregor, invece, rivoluziona il concetto di storytelling in Tree of Codes, spettacolo che rimetterà in scena a Copenaghen apposta per noi.
La Danza non ha punti fermi – ci ricorda che facciamo tutti parte del genere umano in una costante conversazione fra noi e le storie che raccontiamo.
PROVOCAZIONE – in onda il 6 maggio ore 21.15
La danza provoca, sfida e riscrive le regole. Ha la capacità di sovvertire la norma e rompere con le tradizioni. È stata usata per sfidare l’autorità e le sue stesse regole.
In questo episodio, l’acclamato coreografo Akram Khan si chiede perché danziamo e ci invita a reimmaginare come potrebbe essere la danza quando ha l’obiettivo di provocare. Vedremo come il lavoro dell’americano Kyle Abraham traduca graffianti messaggi sulla politica razziale in coreografie dalla rilevante importanza sociale. Lo vedremo trasformare la sua rabbia in ballo in un assolo sulla spiaggia di Venice Beach, California. Bill T Jones, leggendario ballerino e coreografo che per oltre 40 anni ha commentato le politiche sociali, sessuali e razziali, attraverso la danza, ha fatto dell’attivismo la sua poetica, suscitando sia riscontri positivi che critiche. In questo episodio indagheremo il lato oscuro dello spirito umano, grazie soprattutto a Nicht Schlafen, ultimo lavoro del fiammingo Alain Platel.
Dall’altra parte dell’emisfero, la coreografa Germaine Acogny ci mostrerà come per oltre 50 anni ha lavorato per ribaltare lo stereotipo occidentale nei confronti della danza africana, in un intenso discorso sull’identità culturale del continente nero, meritandosi così il titolo di “madre della danza contemporanea africana”. La vedremo ballare sulla spiaggia vicino a casa sua, in Senegal. In Belgio, l’artista e coreografo Jan Fabre si auto definisce “un gangster nel panorama artistico”. Dagli anni ’80 l’artista belga usa la danza come elemento essenziale per le sue performance, con lo scopo di scandalizzare e sfidare i preconcetti del pubblico. Il suo scopo dichiarato è di infastidire i signori dell’arte davanti ai loro occhi, senza che se ne accorgano. Visiteremo il suo teatro nella città di Antwerp, e assisteremo alle prove di un suo lavoro.
Infine, esploreremo la danza come atto capace di rivoluzionare non solo la società ma il concetto stesso di arte. A questo proposito, la compagnia londinese Candoco ha stravolto il concetto di corpo danzante perfetto, esplorando attraverso un corpo di ballo composto da persone disabili, le diverse potenzialità artistiche del corpo umano.
ANIMA E CORPO – in onda il 13 maggio ore 21.15
La danza ci trasporta in una dimensione che va al di là delle parole, della ragione e della nostra esperienza quotidiana. Per alcuni è la pura espressione della connessione che abbiamo con l’universo. Per altri, è un mezzo per raggiungere stati alterati di coscienza.
Per Akram Khan, la danza è estremamente spirituale. In questo episodio il coreografo anglo-bengalese esplorerà in che modo la danza può trascendere il corpo, rispondendo in questo modo alla domanda “Perché balliamo”?
Andremo a Taiwan per incontrare uno dei coreografi più importanti dell’Asia, Lin Hwai-Min. Traendo esperienza sia dalla danza della sua terra che dalle filosofie orientali, Lin crea coreografie che sono meditazione pura. Raggiungere elevati stati di coscienza attraverso il movimento è anche la base del flamenco. A Siviglia, la premiata ballerina Eva Yerbabuena batterà i suoi tacchi al ritmo della danza argentina più famosa.A San Francisco, Alonzo King è considerato il poeta mistico della danza. Il suo lavoro è una riflessione sull’uomo e sugli elementi della natura. Saremo testimoni dell’eterna bellezza delle sue coreografie davanti all’iconica baia di San Francisco.
Poco lontano, a Oakland, la compagnia di danza Bandaloop scalerà vette non solo spirituali ma anche fisiche, trasformando le pareti di un grattacielo nel suo palcoscenico.
Raggiungere stati alterati di coscienza può accadere anche grazie a momenti cupi. Il danzatore di Butoh nasce dalle ceneri delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. In mezzo alla frenesia della Tokyo dei giorni d’oggi, esploreremo i mondi contrastanti e la filosofia di due artisti di Butoh leggendari: Yoshito Ohno e Akaji Maro.
IDENTITÀ – in onda il 20 maggio ore 21.15
La danza è una forza che unisce, un’esperienza condivisa – uno dei modi più potenti per soddisfare il nostro bisogno di far parte di qualcosa di più grande.
In questo episodio, l’acclamato coreografo Akram Khan indaga l’impulso ancestrale di ballare in gruppo. Dalle strade di New York ai tetti di Los Angeles, passando per un campo di aviazione dismesso a Berlino, ci godremo le performance epiche di alcuni fra i più imporanti coreografi di oggi.
Lil Buck ha portato il jooking – danza di strada originaria della sua città natale, Memphis – sui palcoscenici di tutto il mondo. Dal giorno in cui vide Michael Jackson eseguire il moonwalk, la sua vita non è più stata la stessa. In una performance notturna lo vedremo esprimere il suo stile sul tetto di un grattacielo di Los Angeles. Con la Litefeet Crew, invece, attraverseremo in metropolitana la città di New York alla ricerca delle radici dell’hip pop.
Anche la disco dance può essere un luogo in cui rifugiarsi per condividere esperienze. Qui, ogni comunità può trasformarsi in una tribù. Alex Mugler, punto di riferimento della scena newyorkese e madrina dell’iconica House of Mugler, collettivo di ballerini che hanno dato via al vauguing, ci mostrerà come si balla questo stile, spiegandoci anche come il palcoscenico è stata la sua salvezza.
Sharon Eyal, la it girl della danza contemporanea israeliana, descrive come la musica e il rituale di ballare in gruppo in un club abbia ispirato il suo lavoro. In un’esclusiva performance a New York, la Dia Foundation Gallery ci introduce al lavoro dei coreografi franco-brasiliani Cecilia Bengolea e François Chaignaud, che usano la pista da ballo come terreno di ricerca; un luogo per convogliare movimenti nuovi e combinarli con la danza classica per creare coreografie completamente originali.
Boris Charmatz ha fatto del liberare la danza dai confini del palcoscenico la sua poetica. Il suo ultimo spettacolo non delude per ambizione e grandezza, e mette in scena una coreografia coinvolgendo centinaia di persone in un campo di aviazione dismesso a Berlino.
La danza è per tutti. Che si balli per puro divertimento o per senso di appartenenza, ognuno di noi può esprimere la propria voce.
EROS – in onda il 27 maggio ore 21.15
La danza, come disse il famoso drammaturgo irlandese George Bernard Shaw, “è l’espressione orizzontale di un desiderio verticale”. Il potere sessuale di un corpo che balla è carico di una forza provocatoria, scioccante e seducente, che alle volte può scatenare forti dibattiti morali. Ciò che affascina Akram Khan, curatore e presentatore di “Dance – Perché Balliamo”, è come la danza renda possibile la più intima delle conversazioni nel più pubblico dei contesti. Il corpo umano può sedurre attraverso un ballo provocante ma anche con uno sguardo, una carezza, un movimento sinuoso dei fianchi, assecondando gli istinti più carnali che albergano dentro di noi.
Danzare ci spinge verso i limiti di ciò che è lecito, e i balli più avvicenti sono occasione per esprimere liberamente la complessità della nostra sfera sessuale. Dall’abbraccio sensuale di un tango argentino alla forza femminile della danza indiana del Bharatanatyam, Akram Khan esplorerà le ragioni che inducono il corpo umano a danzare seguendo le regole della seduzione.
In questo episodio, scopriremo la carica erotica del tango grazie a un estratto di Milonga, una performance del coreografo belga Sidi Larbi Cherkaoui; sperimenteremo il piacere voyeuristico nei lavori del coreografo francese Olivier Dubois e del maestro del balletto olandese Hans Van Manen; saremo testimoni in India della sensualità del Bharatanatyam, ballo tradizionale reinterpretato dalla coreografa Padmini Chettur. Entreremo nello studio del coreografo italiano Enzo Cosimi per vedere come il corpo sia uno strumento erotico e di lussuria. Infine, la coreografa tedesca Sasha Waltz, ci ammalierà con un’angosciante ricerca sul corpo e la sessualità.