Il nuovo volto di Katie, il documentario di National Geographic che racconta il primo trapianto di volto al mondo

National Geographic racconta una storia unica quella di Katie Stubblefield, la più giovane paziente ad essersi mai sottoposta a un trapianto totale di volto.

Per circa due anni, National Geographic ha avuto la possibilità di trascorrere centinaia di ore con Katie, con i suoi genitori e con i dottori che l’hanno in cura alla Cleveland Clinic, documentando la sua storia, le numerose operazioni chirurgiche a cui si è sottoposta fino al trapianto totale di volto e il suo complesso percorso di recupero. Risultato di questo lavoro sono stati un reportage, pubblicato della rivista di National Geographic, e un toccante documentario.

Il documentario Il nuovo volto di Katie sarà in onda su National Geographic (Sky, canale 403) lunedì 24 settembre alle 21:55

Tutto ha inizio il 25 marzo 2014, quando a solo 18 anni Katie tenta di togliersi la vita sparandosi. Non riesce nel suo intento suicida e rimane sfigurata.



Dopo essere rimasta in lista di attesa per più di un anno, il 4 maggio 2017 affronta un trapianto totale di volto. Un intervento sperimentale che dura oltre 31 ore. La donatrice è Adrea Schneider, una donna di 31 anni morta per overdose i cui organi hanno salvato la vita a numerose persone. A decidere di donare il volto di Andrea a Katie è la nonna Sandra Bennington.

L’operazione di Katie è stata finanziata dal Dipartimento della Difesa statunitense allo scopo di aiutare la sperimentazione per intervenire sui soldati che riportano danni simili a quelli di Katie.

“E’ una storia che parla di speranza, del potere dell’amore di una famiglia e di un eccezionale risultato della medicina che ha dato una seconda chance a Katie” dichiara Susan Goldberg, direttore dell’edizione USA del mensile National Geographic. “Un racconto senza precedenti che avvicina il pubblico a una toccante storia umana e a un incredibile successo della scienza e che ci fa interrogare sullo stretto legame tra il nostro aspetto esteriore e il nostro essere”.

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