Tra gli intervistati: Giuseppe Varani, il padre della vittima; Valter Foffo, padre di Manuel, uno degli assassini
Il delitto Varani è la nuova produzione A+E Networks Italia, uno speciale docu-film che ricostruisce il caso con immagini e testimonianze inedite e un accesso esclusivo al materiale delle indagini, mentre i dialoghi tra gli attori delle ricostruzioni si basano sulle parole dette durante gli interrogatori. Il programma sarà in anteprima assoluta per l’Italia da Crime+Investigation (in esclusiva su Sky al canale 118) martedì 27 marzo alle 22.00.
La sera del 5 marzo 2016, nella caserma dei carabinieri di Piazza Dante a Roma, Manuel Foffo, studente di giurisprudenza 29enne fuori corso viene interrogato dalle forze dell’ordine. Manuel è stato arrestato perché ha confessato al padre Valter di aver compiuto un omicidio nel suo appartamento di via Igino Giordani 2, nel quartiere Collatino. La vittima, che Manuel dice di non conoscere, è Luca Varani, 23 anni, originario della Macedonia, figlio adottivo di una famiglia della Storta, periferia nord di Roma, che lavorava presso un’officina meccanica.
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In un lungo interrogatorio davanti al magistrato Francesco Scavo, Manuel racconta che avrebbe ucciso Luca Varani la mattina del 4 marzo, al termine di un festino lungo tre giorni, con la complicità di Marco Prato, un trentenne, noto PR della movida gay romana.
Tuttavia, Prato sparisce, non può confermare, né smentire la tesi. Seguendo le indicazioni di Foffo, i carabinieri riescono a rintracciarlo nella camera di un albergo a piazza Bologna. Le forze dell’ordine lo trovano riverso sul pavimento, in precarie condizioni, dopo aver ingerito un mix potenzialmente letale di alcool e tranquillanti. Prato voleva suicidarsi: sulla scrivania vengono infatti rinvenuti decine di biglietti di addio. Viene trasportato d’urgenza all’Ospedale Sandro Pertini e le sue condizioni appaiono meno gravi del previsto, tanto che viene dimesso il giorno dopo, domenica 6 marzo 2016.
Quel giorno tutta l’Italia conosce il terribile omicidio del Collatino. Luca Varani è stato massacrato, i carabinieri l’hanno ritrovato sul letto, coperto da un piumone, con un cavo elettrico intorno al collo, un coltello a lama corta infilato nel petto, e quasi cento ferite sul corpo. L’autopsia parlerà di martellate, coltellate, sevizie, inferte a Luca dopo essere stato stordito con una potente droga. Perché tanta ferocia? Perché Manuel Foffo e Marco Prato hanno ucciso Luca Varani?
Promettendogli un centinaio di euro, Marco Prato attira Varani a casa di Foffo, la mattina del 4 marzo 2016, anche se il movente dell’omicidio resta un mistero.
Foffo sostiene che nella notte tra il 3 e il 4 marzo, dopo due giorni passati a bere e consumare cocaina, i due erano usciti con l’auto di Prato alla ricerca di una vittima da uccidere. dirà, attribuendo tuttavia l’idea del delitto a Prato, accusato di averlo “incastrato” in quella situazione con un ricatto a sfondo sessuale. Diversa, invece, la versione di Marco Prato che dichiara di essere vittima di Manuel, di cui è innamorato.
Oltre alle versioni dei fatti, anche i destini giudiziari dei due assassini si divideranno: da un lato Foffo sceglierà il rito abbreviato, portando nel giro di due mesi alla sentenza di primo grado, 30 anni senza l’aggravante della premeditazione. Marco Prato, invece, opta per il rito ordinario, professandosi innocente. Tuttavia, la prima udienza, prevista il 21 giugno 2016, non si svolgerà mai: Prato si toglie la vita la notte precedente, nel carcere di Velletri, lasciando un testamento in cui dice essere “impossibile reggere la pressione mediatica, la vita così mi è insopportabile”.
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Lo speciale ricostruisce la vicenda a partire dalla mattina del 4 marzo 2016, giorno del ritrovamento del corpo senza vita di Luca con l’ausilio di ricostruzioni e testimonianze. Tra gli intervistati figurano Giuseppe Varani, padre di Luca; Valter, padre di Manuel, che torna a parlare in esclusiva di fronte alle telecamere dopo un lungo silenzio; Nicola Lagioia, scrittore vincitore del Premio Strega, il quale arriverà ad affermare che “questa storia rappresenta il nostro lato oscuro”.
Il documentario è di Alessandro Garramone e Annalisa Reggi e prodotto da Briciola TV per A+E Networks Italia ed è diretto da Nicola Prosatore.