La tragedia dell’agguato e agli uomini della sua scorta, raccontata dai testimoni oculari della strage
La paura come vicina di casa. La consuetudine con il sospetto. Il timore di essere riconosciuti, L’incertezza che accompagna ogni spostamento e ogni più piccola azione quotidiana.
E’ questa la percezione di chi si trova ad essere spettatore in prima persona di un atto di terrorismo. Il documentario Il sequestro Moro. Gli altri testimoni, in onda giovedì 15 marzo alle 21.00 su History (in esclusiva su Sky al canale 407 di Sky) e in replica venerdì 16 marzo, giorno del rapimento di Aldo Moro, alle 21.50, si propone di rileggere il rapimento del Presidente della Democrazia Cristiana alla luce delle testimonianze dirette di coloro che si trovarono in Mario Fani la mattina del 16 marzo 1978.
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Attraverso lo sguardo di quattro testimoni, il ricorso ai filmati dell’Istituto Luce Cinecittà e la collaborazione della Polizia di Stato, il documentario ricostruisce la dinamica del rapimento che determinò la morte dei cinque uomini della scorta, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, e che segnò per sempre la storia della Repubblica italiana.
Alle 9.02 di quel giovedì mattina, all’incrocio tra Via Mario Fani e Via Stresa, l’auto blu del Presidente della Democrazia Cristiana con due carabinieri di scorta, seguita da un “Alfetta” con tre agenti di polizia, viene bloccata dall’auto dei brigatisti che tagliano improvvisamente la strada e si fanno tamponare. Seguono momenti concitati: in pochi minuti i cinque agenti della scorta cadono sotto il fuoco dei terroristi. Moro viene spinto su una seconda auto e portato via.
In pochi secondi la Storia incrocia la vita di Ernesto Proietti, netturbino in servizio nella zona, che pochi minuti prima aveva visto in via Fani un’autovettura con degli uomini a bordo vestiti da aviere; li rivede trenta minuti più tardi, nascosti dietro la siepe di un bar: sono immobili, in silenzio. Ernesto non può immaginare che siano alcuni membri delle Brigate Rosse in procinto di rapire Moro.
Anche Lorenzo Vecchione, avvocato romano, mentre sta prendendo l’auto per recarsi in ufficio si imbatte in alcuni uomini vestiti da steward. Francesco Pannofino, all’epoca dei fatti studente universitario e oggi attore e doppiatore di successo, è a pochi metri dal luogo del sequestro, di spalle, legge il giornale. Non vede la scena del rapimento ma sente tutto: la frenata delle macchine, il tamponamento, gli spari dei mitra. Si nasconde, e quando tutto è finito è tra i primi a raggiungere il luogo dell’agguato, a camminare, senza fiato, tra i corpi esamini degli uomini della scorta. Sergio Vincenzi, residente nella zona, si trova a pochi metri dal punto dell’agguato. Assiste all’esecuzione degli uomini della scorta. Fissa negli occhi un brigatista: sono pochi istanti ma diventano interminabili. Riesce a trovar riparo dietro un’auto. Successivamente, di fronte alle foto segnaletiche di alcuni ricercati, riconoscerà in quel brigatista Prospero Gallinari.
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Il documentario spiega, con l’aiuto dello psichiatra Prof. Roberto Fornara, i risvolti psicologici di questa esperienza, e cosa può accadere nei comportamenti, nei ricordi, nei pensieri dei testimoni di un atto di terrorismo, nel 1978 come oggi.
Il sequestro Moro. Gli altri testimoni è una produzione Light History in associazione con A+E Networks Italia ed è distribuito da Istituto Luce Cinecittà. La regia è di Mary Mirka Milo, che ne è anche l’autrice in collaborazione con Massimo Vincenzi, Michela Micocci e Valeria Castrucci. Il montaggio è di Giordano Gibbon, mentre le musiche originali sono di Fabrizio Bondi.