Non solo estetica: prendersi cura dei propri denti significa anche badare alla propria salute. Lo rivelano due ricerche scientifiche, che analizzano gli effetti benefici sia sull’organismo in generale che sull’apparato cardiovascolare.
La salute del corpo passa anche dalla nostra bocca, e non solo perché “siamo quel che mangiamo“, come dicevano già gli antichi. In genere siamo abituati a considerare soprattutto l’aspetto estetico della questione, interessandoci ad esempio alle ultime novità per regalarci un sorriso smagliante, come il procedimento descritto dal portale Almeglio e denominato ionic white, un innovativo trattamento sbiancante che impiega tecnologia a ioni d’argento e luce LED blu. In realtà, dalla Finlandia e dagli Stati Uniti arrivano due importanti notizie che evidenziano lo stretto legame che intercorre tra salute dei denti e benessere del nostro organismo.
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Lo studio finlandese. Iniziamo proprio dalla ricerca condotta dalla Università di Helsinki, pubblicato sulla rivista specializzata Journal of Dental Research: secondo gli studiosi finlandesi, che hanno esaminato oltre 500 persone (focalizzandosi su denti e arterie), c’è un rapporto diretto tra patologie dentarie e problemi cardiovascolari.
Patologie correlate.
Per la precisione, chi necessita di cure al canale radicolare rischia di sviluppare una sindrome coronarica acuta (patologia che può provocare attacchi cardiaci) con una frequenza tre volte maggiore rispetto a chi non soffriva di fastidi ai denti. Il trattamento del canale radicolare si rende necessario quando si sviluppa un’infezione alla polpa, il tessuto che si trova al centro del dente e nella maggior parte dei casi si verifica quando c’è incuria dell’igiene orale.
Dai denti al cuore.
In queste situazioni, infatti, i batteri partono dai denti e si diffondono in altre parti del corpo, arrivando appunto fino all’apparato cardiaco, come spiega John Liljestrand, l’autore principale della ricerca, provocando così l’endocardite, una seria infiammazione dell’endocardio. Oltre tutto, questo fenomeno può colpire anche chi non ha mai sofferto di problemi al cuore e, più in generale, rischia di provocare lo sviluppo di problemi alle arterie, con serie conseguenze come infarto o ictus.
La salute orale. I ricercatori finlandesi consigliano innanzitutto di curare con regolarità la salute orale, garantendo così un effetto positivo sullo stato del cuore, e di sottoporsi a una visita periodica dal dentista ogni 6 mesi, con tanto di analisi della situazione della polpa dentaria ed eventuale radiografia.
La conferma americana. Dall’America, e per la precisione dalla Columbia University, arriva un’altra conferma a questo studio, con un’altra scoperta importante, che mette in relazione una buona igiene orale e una migliore aspettativa e longevità di vita. Per la precisione, è il numero di denti caduti che può influenzare il corso della vita, perché più se ne perdono, minore è l’aspettativa di vita.
Denti e longevità.
Lo studio condotto da Paula K. Friedman e Ira B. Lamster infatti rivela che le persone che arrivano a 74 anni senza aver perso denti hanno maggiori possibilità di toccare la veneranda età di 100 anni; al contrario, chi a 65 anni ne ha persi almeno 5, sviluppa un rischio maggiore di essere colpito da patologie come problemi cardiovascolari, diabete e anche osteoporosi.
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Scarsa igiene orale, più problemi. Il dottor Nigel Carter, amministratore di Oral Health Foundation, spiega anche le motivazioni per cui si perdono i denti, problema che “può dipendere da traumi, fumo o semplicemente da una scarsa igiene orale protratta nel tempo”; tuttavia, la caduta de denti può essere anche “correlata alle malattie gengivali, che a loro volta sono legate ad altre condizioni cliniche come malattie cardiache e diabete”.
I consigli pratici. Anche lo studio americano si chiude con alcuni consigli pratici per prendersi cura della propria igiene orale, iniziando dall’abitudine (sana) di lavare i denti almeno due volte al giorno con dentifrici al fluoro e recarsi dal proprio dentista a cadenza regolare. Inoltre, gli esperti della Ohf spiegano che bisognerebbe anche ridurre l’assunzione di bevande o cibi eccessivamente zuccherati.