Elisabetta Canalis ha ancora una volta legato il suo nome a quello di Peta l’associazione che opera in difesa degli animali con battaglie incisive che attirano sempre l’opinione pubblica. L’ex velina sei anni fa aveva posato nuda a favore dell’associazione per protestare contro chi realizzava pellicce vere e oggi ha deciso d’inviare una lettera ai nuovi vertici di Vogue Italia lanciando l’ennesimo appello contro le pellicce. Secondo una nota stampa resa nota da Peta Elisabetta avrebbe scritto una missiva dai contenuti interessanti:
Ogni giacca in pelliccia o taglio di pelliccia sono stati presi da un essere vivente terrorizzato che è stato catturato in natura o che ha vissuto una vita di miserie rinchiuso in una spoglia gabbia di metallo prima di essere affogato, folgorato, avvelenato o spellato vivo. Io, così come tanti dei vostri lettori, desidero vedere Vogue muovere un passo verso un futuro compassionevole per la moda, impegnandosi a non promuovere la pelliccia sulle sue pagine.
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Nella nota si mette in evidenza anche l’importanza della stampa internazionale: testate come Vogue e Elle possono fare molto a favore di questa battaglia:
Mentre riviste di punta come Vogue GB ed Elle hanno mostrato la loro compassione da lungo tempo tramite politiche contro le pellicce e la maggior parte degli stilisti all’avanguardia, incluso l’86% di quelli che hanno sfilato alla settimana della moda autunno/inverno 2016 a Londra, non usino pelliccia, Vogue deve ancora seguire l’esempio. Le denunce di Peta di allevamenti di pelliccia in paesi cosiddetti di “origine assicurata” rivelano che gli animali trascorrono la loro vita in gabbie di metallo sovrappopolate e sudice prima di essere folgorati, soffocati col gas o avvelenati. Molti stilisti che compaiono regolarmente su Vogue, inclusi Giorgio Armani, Stella McCartney, Vivienne Westwood e tanti altri, hanno abbandonato la pelliccia al 100%.