Quando scopri di essere incinta, sono tanti i pensieri e le emozioni che prenderanno il sopravvento, e altrettante le domande che ti porrai, come ad esempio: sarò una buona madre? Il bambino sarà sano? Il parto sarà così doloroso? Come funziona il congedo maternità? Come richiederlo? E il congedo paternità? Più nello specifico, nelle prossime righe ci occuperemo propriamente della questione congedo, spiegheremo come usufruirne e quali sono i diritti delle mamme.
Congedo maternità: cos’è e a chi spetta?
Per quanto banale possa sembrare, questo quesito riguarda tantissime donne, future neomamme con le idee ancora poco chiare in merito. Innanzitutto , precisiamo che per congedo maternità intendiamo l’astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alla lavoratrice durante il periodo di gravidanza e puerperio. In questo arco di tempo, la donna in dolce attesa percepirà un’indennità economica, in sostituzione della retribuzione. Tali condizioni sono valide anche in caso di adozione o affidamento di minori, e riguardano inoltre:
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- Le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell’Inps (dal 2007);
- Apprendiste, impiegate, dirigenti, operaie… a patto che abbiano un rapporto di lavoro in corso alla data di inizio del congedo;
- Le Disoccupate o sospese, ma a specifiche condizioni;
- Le lavoratrici agricole a tempo indeterminato e lavoratrici agricole a tempo determinato;
- Le lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari, ad esempio colf e badanti (si veda l’art. 62 del T.U.);
- Le lavoratrici a domicilio;
- Le lavoratrici LSU e APU;
Congedo maternità: in quali casi non spetta?
Vi sono tuttavia casi e condizioni in cui non è possibile fare richiesta di questa astensione. Il congedo maternità non sarà infatti previsto per le lavoratrici dipendenti da Amministrazioni Pubbliche, le quali sono tenute a determinati adempimenti dettati dalla legge in caso di gravidanza verso l’amministrazione pubblica dalla quale dipendono (artt. 2 e 57 del T.U.).
Come richiedere il congedo?
Per le lavoratrici dipendenti l’indennità di maternità verrà anticipata dal proprio datore di lavoro; in casi particolari, spetterà direttamente all’Inps effettuare il pagamento. A proposito di pagamento, sorge spontaneo chiedersi quanto verrà percepito. Ebbene, la donna riceverà un’indennità economica pari all’80% della retribuzione giornaliera calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga scaduto immediatamente precedente l’inizio del congedo (art. 22 e seguenti del T.U.).
E se il bambino si ammala?
Congedo maternità a parte, sappi che i tuoi diritti non finiscono qui. Ad esempio: tuo figlio si ammala? Sia tu che il papà avrete diritto (in via alternativa) di astenervi dal lavoro per il periodo corrispondente alla malattia del piccino. Inoltre, durante il primo di anno di vita, se lavoratrice dipendente, la neomamma potrà usufruire del permesso orario giornaliero per l’allattamento.
Non sono ammessi i licenziamenti
Una gravidanza è da sempre portatrice “sana” di tante emozioni, quanto di paure. Una di queste è indubbiamente quella di perdere il lavoro (oggi più che mai!). Niente panico! Da questo punto di vista, la legge parla chiaro: nessun datore di lavoro può licenziare la lavoratrice in dolce attesa, dall’inizio del periodo di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino! Inoltre, la futura mamma è tutelata anche qualora lei stessa dovesse presentare volontariamente le dimissioni, e percepirà l’indennità di maternità dall’inizio della gestazione fino al primo anno di vita del piccino.
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E il congedo paternità?
Se è vero che protagonista indiscussa di una gravidanza è la donna, è pur vero che ad aspettare un figlio si è sempre in due. Non a caso, è in via d’attuazione un’importante proposta di legge dalla parte dei papà! Più precisamente, quest’ultima si impegna ad introdurre, entro i 5 mesi dalla nascita del piccolo erede, 3 giorni di congedo obbligatori e utilizzabili unicamente dal padre, in linea così con tutti gli altri paesi europei. Allo stato attuale, il congedo paternità è obbligatorio solo in alcuni casi; altrimenti il padre è co-titolare, in alternanza con la madre, del periodo di sei mesi di congedo parentale facoltativo (la cui retribuzione è pari al 30%). Per saperne di più sul congedo paternità, clicca qui.
Una volta verificati i requisiti delineati, potrai procedere con la domanda di maternità (o paternità per l’appunto), da presentare rigorosamente all’Inps per via telematica, o mediante il Contacr Center integrato, chiamando il numero gratuito: 803164.
Nella speranza di esservi stati utili con questa mini guida sul congedo maternità, vogliamo concludere invitandoti a tenerti sempre informata su quelli che sono i diritti delle mamme, le leggi che tutelano le gravidanze, affinché nessuno possa rovinarti l’incontro con una delle persone più importanti della tua vita: tuo figlio. Se vuoi restare aggiornato sulle informazioni relative alla maternità ed ai bonus bebe, ti consigliamo di visitare spesso il sito dedicato ai genitori, genitoriebebe.it.