Capita spesso di sentire parlare o di leggere il termine hipster, tanto che oggi è diventata quasi una sorta di vera e propria etichetta. Il termine non viene utilizzato più solo ed esclusivamente per l’abbigliamento, come accadeva all’inizio, ma anche per identificare una persona che ha determinati gusti in merito a cibo, libri, musica, arte, film e quant’altro. In parole povere, ad oggi hipster è diventato il sinonimo di anticonformista.
Pertanto, quando si vuole dire che qualcuno ha l’abitudine di andare controcorrente, non solo per il modo di vestirsi un po’ retrò, si dice che si tratta di un hipster e, se vogliamo, oggi come oggi il termine ha finanche acquisito una nota leggermente negativa. Tutti coloro che vengono identificati come anti mainstream vengono definiti hipster, quasi a volerne sottolineare il loro essere assolutamente snob.
Tuttavia, il termine hipster non è di certo figlio di questi anni di anticonformismo, ma nasce negli anni ’20, nella aurea età del jazz, quando il termine hip veniva utilizzato per classificare gli amanti di quel genere che proprio in quel momento vedeva la luce.
La parola, poi, rimase a lungo inutilizzata, per essere nuovamente tirata fuori dopo la Seconda Guerra mondiale, per indicare gli appartenenti alla cosiddetta Beat Generation, una sorta di sottocultura urbana che ha fatto la storia.
Oggi, invece, l’hipster è colui il quale si ingegna al fine di sembrare anticonformista. Quali sono i tratti distintivi di un bravo o una brava hipster? Innanzitutto, l’essere perennemente indignati e il rifiuto per tutto ciò che viene considerato troppo mainstream. Inoltre, caratteristiche peculiari sono diventate la barba lunga o i baffi alla Dalì e, ancora, la frangetta per le ragazze, i jeans super skinny, gli occhiali con la montatura grossa, da intellettuale.
Gli hipster, inoltre, sanno tutto di cinema e non perdono occasione per esprimere i loro giudizi al vetriolo contro questo o quel film, ritenuto di massa, o contro un gruppo musicale che non rientra nelle loro grazie.
La musica indie, così come il cinema indipendente, sono il loro pane quotidiano. Come detto, questa tipologia di persone si riconosce anche dal modo di vestire, che sembra trasandato ma, invece, è curato nel minimo dettaglio, compresa la barba. I pantaloni aderenti, sia per uomo che per donna, sono il must have dell’hipster, Magliette di gruppi rock che hanno fatto la storia, maglioni di lana grossa, leggermente oversize e, ancora, camicie a quadroni, soprattutto maschili, righe, parka, sciarpe lunghe e cappelli di lana, anfibi e risvoltini: questi sono i segni identificativi degli hipster di oggi.
Naturalmente, le marche prescelte sono Converse, Doc Marten’s e, ancora, Rayban, Personl, H&M e Asos per i vestiti e molte altre ancora. Moltissimi adorano il vintage e si riforniscono ai mercatini specializzati e questi li rende ancora più hipster e snob. Tutto quello che rientra nel settore dell’anticonformismo, della sottocultura, dell’indie, del vintage, a colui il quale viene definito hipster piace e, perciò, è molto facile capire chi lo è e chi, invece, non lo è.
Fonte: http://www.curarebarba.it